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"Mangia con il pane": educazione alimentare e rapporto con il cibo

  • Immagine del redattore: Daicoro Principi
    Daicoro Principi
  • 22 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 ago

Qualche giorno fa ho lanciato sui miei canali social un sondaggio sull'educazione alimentare che ha avuto molte più risposte del previsto (lo puoi trovare qui).

La domanda era estremamente semplice: "qual è il peggior insegnamento che i tuoi genitori di hanno dato sull'alimentazione?". In pochissimo tempo la domanda ha raggiunto più di:

  • 300000 visualizzazioni;

  • 6000 like;

  • 1700 commenti.

    i risultati del mio post su TikTok

Non avrei mai pensato che questa semplice domanda potesse toccare tutte queste persone in poco tempo.

Ho iniziato a leggere i commenti e in alcuni ho potuto vedere dei veri e propri traumi: bambini legati a sedie, chiusi in camere con lo stesso piatto per ore, divieti sconsiderati che non hanno niente a che fare con le corrette abitudini alimentari.

Ce n'erano però tre che erano molto più frequenti degli altri e, probabilmente, almeno una volta te li sei sentiti dire anche tu.


"Mangia con il pane"

Qualsiasi cosa veniva messa a tavola, doveva essere mangiata con il pane: salumi, carne, pesce, verdura, legumi. Ma anche pasta, minestra e addirittura le patate. Il pane era (in alcuni casi è) un alimento imprescindibile e non doveva assolutamente mancare.


"Finché non finisci di mangiare non puoi alzarti da tavola"

Questo si è rivelato un must: alcuni bambini sono stati seduti a tavola per ore. Chi si addormentava, chi mangiava tra le lacrime, chi riusciva a dare quel cibo che proprio non andava giù al cane. Alcuni commenti hanno messo in luce veri e proprio abusi dei mezzi di educazione, come il legare un bambino alla sedia per tutto il pomeriggio pur di farlo mangiare.


"Sbrigati a finire quelle che hai nel piatto"

Rimproveri, prese in giro, addirittura mortificazione soltanto perché il bambino impiegava più tempo degli adulti a mangiare. Uno stimolo continuo a sbrigarsi, a mangiare velocemente, senza nemmeno avere la possibilità di gustare il cibo che c'era davanti.


Perché succedeva questo?

Questi metodi educativo sono ormai superati. Ma perché i nostri genitori e i nostri nonni si comportavano così? Per rispondere dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, quando il cibo era molto meno disponibile di oggi.

Fino al secondo conflitto mondiale il pane era uno degli alimenti più facilmente conservabile, trasportabile e a basso costo; era il cibo che

famiglia povera con poco cibo a disposizione

praticamente tutti potevano permettersi. Ecco perché doveva accompagnare qualsiasi altra pietanza.

Sempre collegato alla disponibilità e al costo di cibo, troviamo l'obbligo di finire tutto ciò che era nel piatto. Hai mai letto Pinocchio di Collodi? Ricordi la parte in cui il burattino ha fame e mangia due pere? Prima se le fa sbucciare da Geppetto e poi fa per buttare il primo torsolo. Ma il falegname tiene quegli scarti e Pinocchio mangia sia le bucce che il centro del frutto. Per fame. Semplicemente perché non c'era altro.

La fretta nel mangiare era probabilmente legata alla scarsa attenzione verso i metodi educativi che considerano la comprensione: un bambino si distrae, magari gioca con le posate, parla. Ecco, nella quotidianità non c'era (a volte purtroppo non c'è) tempo per queste cose. I pasti si devono consumare velocemente, perché poi c'è molto da fare.


Conseguenze di questo nel lungo termine di questi sistemi educativi

L'educazione che riceviamo dai nostri genitori ci influenza inevitabilmente per tutto il resto della vita. Le somme sono presto tirate: in un contesto di abbondanza come quello di oggi, mangiare tutto con il pane porta ad un surplus calorico e quindi al sovrappeso.

Molte persone hanno sensi di colpa se lasciano qualcosa nel piatto; si forzano quindi a finire tutto (magari hanno sovrastimato le porzioni) e ancora una volta si mangia più del necessario.

Più si mangia in fretta, più cibo entra nella stomaco prima che il sistema nervoso invii i segnali di sazietà. Di nuovo, si mangia più cibo del dovuto.

Alcune condizioni sia psicologiche che fisiche sono quindi legate sì a cosa si mangia, ma anche al rapporto che le persone hanno instaurato con il cibo in seguito all'educazione alimentare ricevuta.



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